giovedì 11 febbraio 2010
...rette per anziani nelle case di riposo: I FAMILIARI NON DEVONO PAGARE!
«Sono anni che mi impegno a sostenere le famiglie dei ricoverati non autosufficienti, mi sembra incredibile venire attaccato da un collega competente e impegnato come Giuseppe Scaramozzino, con il quale ho un bel rapporto di collaborazione». Così Cristiano Pavarin commenta le dichiarazioni del consigliere pidiellino che lo esortava a passare dalle parole ai fatti sulla questione dell'ingiunzione di pagamento arrivata ad una trentina di famiglie da parte dell'Iras.
«Già mesi fa ho presentato una mozione – ricorda il consigliere di Rc – che chiede il rispetto della legge 328 che è stata votata all'unanimità dall'aula e ha visto il sostegno proprio di Scaramozzino che l'ha arricchita con un emendamento. Per questo ho l'impressione che il clima elettorale strumentalizzi in generale la questione. Più che chiedere a me di impegnarmi (come sto già facendo) sarebbe meglio cercare l'aiuto dell'assessore regionale al bilancio, di sicuro molto più vicina politicamente a loro che non a me».
Secondo Pavarin «dall'Isi Point partono dei veri e propri ordini per difendere Pier Antonio Moretto che pare abbia aderito al Pdl, tanto che gli hanno affidato l'assessorato ai servizi sociali del suo Comune».
In ogni caso la situazione sembrerebbe molto grave dato che pare, secondo il consigliere, «che sia stato proprio Moretto a suggerire di smettere di pagare l'iterazione delle rette ai parenti in forza della legge 328. A questo punto – afferma Pavarin – sarebbe gravissimo che poi il legale agisse sulle indicazioni del vecchio Cda in modo contrario ai suggerimenti dell'ex presidente».
A sanare il problema, non solo dell'ingiunzione, ma di tutta la questione dell'integrazione delle rette, potrebbe essere parte di quei «30 milioni di euro che stanno arrivando alla Regione, provenienti dal fondo nazionale per la non autosufficienza. Dato che il problema inizia ad essere sentito da più correnti, è il caso di mettere da parte gli schieramenti e fare gli amministratori veri, lavorando insieme per il bene comune».
Sull’argomento interviene anche l’avvocato Carlo Barotti che assiste legalmente quindici famiglie, alcune delle quali interessate dall’ingiunzione. «I parenti dei miei assistiti ricoverati nella casa di cura rodigina – afferma il legale - sono ultrasessantacinquenni non autosufficienti accolti all’Iras in seguito alla valutazione Svama redatta dall’Unità operativa distrettuale dell’Ulss 18, dove si accerta che l’istituzionalizzazione non ha alternativa e che avviene per assoluta urgenza sociale. I casi accreditati secondo la l.r. 22/2002 erogano prestazioni per conto ed a carico del Servizio sanitario nazionale nell’ambito degli interventi della legge 328/2000. In questi casi, dunque, trova piena ed immediata applicazione la vigente normativa, secondo la quale il costo delle prestazioni di cura in favore delle persone anziane non autosufficienti è ripartito tra il Ssn e il Comune di ultima residenza».
In poche parole i famigliari secondo l’avvocato sono nella ragione. «l’Iras, in ogni caso, fa forza sul fatto che le famiglie hanno sottoscritto l’impegno di pagare al momento dell’ingresso dell’anziano nella struttura. Siamo certi però che non avrebbero mai firmato se avessero saputo che potevano non pagare. Esiste dunque un vizio».
«Già mesi fa ho presentato una mozione – ricorda il consigliere di Rc – che chiede il rispetto della legge 328 che è stata votata all'unanimità dall'aula e ha visto il sostegno proprio di Scaramozzino che l'ha arricchita con un emendamento. Per questo ho l'impressione che il clima elettorale strumentalizzi in generale la questione. Più che chiedere a me di impegnarmi (come sto già facendo) sarebbe meglio cercare l'aiuto dell'assessore regionale al bilancio, di sicuro molto più vicina politicamente a loro che non a me».
Secondo Pavarin «dall'Isi Point partono dei veri e propri ordini per difendere Pier Antonio Moretto che pare abbia aderito al Pdl, tanto che gli hanno affidato l'assessorato ai servizi sociali del suo Comune».
In ogni caso la situazione sembrerebbe molto grave dato che pare, secondo il consigliere, «che sia stato proprio Moretto a suggerire di smettere di pagare l'iterazione delle rette ai parenti in forza della legge 328. A questo punto – afferma Pavarin – sarebbe gravissimo che poi il legale agisse sulle indicazioni del vecchio Cda in modo contrario ai suggerimenti dell'ex presidente».
A sanare il problema, non solo dell'ingiunzione, ma di tutta la questione dell'integrazione delle rette, potrebbe essere parte di quei «30 milioni di euro che stanno arrivando alla Regione, provenienti dal fondo nazionale per la non autosufficienza. Dato che il problema inizia ad essere sentito da più correnti, è il caso di mettere da parte gli schieramenti e fare gli amministratori veri, lavorando insieme per il bene comune».
Sull’argomento interviene anche l’avvocato Carlo Barotti che assiste legalmente quindici famiglie, alcune delle quali interessate dall’ingiunzione. «I parenti dei miei assistiti ricoverati nella casa di cura rodigina – afferma il legale - sono ultrasessantacinquenni non autosufficienti accolti all’Iras in seguito alla valutazione Svama redatta dall’Unità operativa distrettuale dell’Ulss 18, dove si accerta che l’istituzionalizzazione non ha alternativa e che avviene per assoluta urgenza sociale. I casi accreditati secondo la l.r. 22/2002 erogano prestazioni per conto ed a carico del Servizio sanitario nazionale nell’ambito degli interventi della legge 328/2000. In questi casi, dunque, trova piena ed immediata applicazione la vigente normativa, secondo la quale il costo delle prestazioni di cura in favore delle persone anziane non autosufficienti è ripartito tra il Ssn e il Comune di ultima residenza».
In poche parole i famigliari secondo l’avvocato sono nella ragione. «l’Iras, in ogni caso, fa forza sul fatto che le famiglie hanno sottoscritto l’impegno di pagare al momento dell’ingresso dell’anziano nella struttura. Siamo certi però che non avrebbero mai firmato se avessero saputo che potevano non pagare. Esiste dunque un vizio».
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salve, non so proprio a chi rivolgermi, spero in un suo consiglio.
RispondiEliminaMio padre 90 anni con pensione 1400 euro, invalido 100% è in casa di riposo a 56 euro al giorno e da settembre 2009 integro io la retta e mantengo in tutto mia madre che ha 84 anni, che ora vive con me. Posso chiedere qualcosa o fare altro mio padre risiede in Lombardia.ringrazio